giovedì 29 dicembre 2016

IL DESIGN LONDINESE SI PREPARA ALLA BREXIT CON UN MANIFESTO

Firmato a Londra il "Brexit Design Manifesto", un programma per tutelare e promuovere il settore del design nell'era della Brexit.

Risultati immagini per design londonIdeato da Marcus Fairs, fondatore del Blog Dezeen, e sottoscritto da numerosi intellettuali e professionisti, il "Brexit Design Manifesto" è stato per la prima volta presentato nel corso dell'ultimo
London Design Festival ed è ora stato sottoposto all'attenzione del Ministro inglese per la Cultura, Matt Hancock. Il Ministro ha accolto il documento con la dichiarazione che design e architettura hanno importanza vitale nel futuro di una nazione che vuole mostrare la sua creatività, e sono autentici valori per il 2017.

Il documento intende portare all'attenzione pubblica l'importanza che il settore del design riveste nel complesso dell'economia britannica, e si è già schierato a favore dell'assunzione di lavoratori provenienti da paesi non UK, a garanzia di uno scambio interattivo e continuativo tra il mondo del design inglese e quello estero. Tra gli obiettivi del manifesto, ci sono anche la pianificazione di un programma coordinato di eventi nel territorio britannico, e interventi mirati nel campo della didattica e dell'educazione al design.

Il settore del design contribuisce di fatto all'economia britannica con notevoli fatturati, e vede impegnati circa 1,5 milioni di lavoratori e professionisti.

domenica 18 dicembre 2016

THERESA MAY IGNORATA DAI LEADER EUROPEI DURANTE UN SUMMIT A BRUXELLES

Il tentativo della Premier di parlare dei diritti dei cittadini UE in UK viene accolto da un imbarazzante silenzio.

Risultati immagini per may theresa"È meglio che io me ne vada, adesso" ha dichiarato Theresa May agli altri leader europei, per rompere il silenzio imbarazzante creatosi quando loro si sono rifiutati di affrontare il discorso "Brexit" di fronte a lei.
Dicono i testimoni che abbia fatto questa affermazione dopo aver provato ad avanzare la proposta di concordare i futuri diritti dei cittadini europei nel Regno Unito, e vice versa, all'incontro di Bruxelles. La proposta ha creato il gelo tra i presenti, perchè i leader europei hanno richiesto che la Gran Bretagna venga esclusa dagli incontri in cui loro discutono la loro versione dei negoziati Brexit. Hanno anche insistito sul fatto che non vi saranno trattative prima della notifica ufficiale dell'attivazione dell'articolo 50.
L'episodio è avvenuto dopo la trasmissione di un video in cui si vedeva Theresa May, appena giunta a Bruxelles, lasciata in disparte mentre tutti gli altri leader si salutavano calorosamente. Gli altri leader avevano concordato un incontro informale, senza la Premier britannica, per discutere del loro approccio alla Brexit.
"È stato un momento difficile per l'etichetta diplomatica" ha riferito un assistente della Premier.



giovedì 15 dicembre 2016

BREXIT, GOVERNO UK FAVOREVOLE A UN ACCORDO DI TRANSIZIONE

CBI, Confederation of British Industry, ha chiesto al governo May misure transitorie per superare l'incertezza della fase dei negoziati Brexit

Risultati immagini per brexitIl direttore di CBI, organizzazione UK che riunisce 190mila imprese, ha espresso la sua preoccupazione per il lungo periodo di instabilità economica e finanziaria che si prospetta nel prossimo futuro, nell'attesa che vengano portati avanti e terminati i negoziati con gli altri paesi membri per l'uscita dell'UK dall'Unione Europea. All'incertezza generale sui modi e sui tempi delle trattative si unisce anche quella legata ai rapporti commerciali con questi paesi.
Per questo motivo, l'associazione di imprese ha chiesto al governo britannico di attuare delle misure transitorie che permettano di mettere in sicurezza le attività di business nel breve-medio termine, in attesa della definizione dei trattati.
I punti che interessano maggiormente agli imprenditori sono: i vantaggi della partecipazione al mercato unico, la flessibilità nella regolamentazione, la disponibilità di risorse umane provenienti dall'estero, chiarezza sulle strategie di commercio internazionale, la salvaguardia dei progetti attualmente finanziati dall'Unione Europea.
Il ministro per la Brexit David Davis si è detto disponibile a definire un accordo di transizione con l'Unione Europea, se questo si rendesse necessario.

lunedì 12 dicembre 2016

NUOVA SFIDA GIURIDICA PER LA MAY: CONFERMATO IL RICORSO IN TRIBUNALE SUL MERCATO UNICO

I due avvocati Wilding e Yalland hanno presentato istanza all'Alta Corte perchè le decisioni del Governo sul mercato unico siano subordinate a un mandato del Parlamento
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Si sono appena concluse le udienze dell'appello alla Corte Suprema, la cui sentenza in merito al voto di ratifica parlamentare su Brexit è attesa per gennaio, ma per Theresa May si prospetta un ritorno nelle aule di tribunale.

Questa volta si tratta del ricorso alla Corte presentato da due legali, Peter Wilding e Adrian Yalland, il primo un fautore del remain e il secondo favorevole al leave, i quali chiedono il parere dei giudici sul potere del Governo di decidere l'uscita dal mercato unico europeo. Secondo i due attivisti, il risultato del referendum a favore della Brexit non autorizza automaticamente il governo britannico ad includere, nei futuri negoziati per l'uscita dall'UE, anche l'uscita dal mercato unico.

L'esecutivo sostiene che, siccome il Regno Unito fa parte dell'Area Economica Europea solo in quanto stato membro dell'Unione Europea, nel momento in cui l'UK uscirà dall'Unione Europea gli accordi sull'area economica cesseranno automaticamente. Wilding e Yalland sono invece convinti che, siccome la Gran Bretagna ha aderito all'area economica europea con un trattato a parte approvato dal Parlamento, spetta all'organo legislatore decidere o meno di recedere da questo trattato.



domenica 11 dicembre 2016

BREXIT IN TRIBUNALE ANCHE PER IL MERCATO UNICO?

Un nuovo scontro legale sul tema della Brexit potrebbe essere imminente, questa volta sull'uscita dal mercato unico.

Risultati immagini per theresa maySecondo una notizia diffusa dalla stampa inglese e riportata dall'ANSA, per Theresa May potrebbe essere in arrivo una nuova sfida sui banchi del tribunale. I due attivisti Peter Wilding e Adrian Yalland, il primo presidente di British Influence e a favore del Remain, il secondo un Conservative a favore del Leave, sarebbero in procinto di inviare una lettera al Governo per informarlo di voler avviare una causa presso l'Alta Corte di Giustizia per assicurare la permanenza dell'UK nel mercato unico europeo.

Wilding ha dichiarato che l'intenzione non è quella di fermare la Brexit, ma di darle la giusta connotazione. "Il paese ha votato per una Brexit intelligente che andasse a vantaggio di tutti, non per una Brexit basata sulle ideologie che finirà per danneggiare sia l'UK che l'Europa", ha detto.
Lo scopo di Wilding e Yalland è che venga attribuito ai membri del Parlamento un potere di veto sui termini di uscita dall'Unione Europea. Un successo legale della loro causa potrebbe anche arrivare a fermare l'uscita dell'UK dall'UE.


giovedì 8 dicembre 2016

BREXIT, ULTIMO GIORNO DI AUDIZIONI ALLA SUPREMA CORTE.

I giudici stabiliranno se il Parlamento deve dare il suo parere sul processo di uscita dall'UE. La sentenza è attesa per gennaio.

Risultati immagini per court londonSi è conclusa oggi l'ultima giornata di quella che dovrebbe essere la fase conclusiva del "processo Brexit". Dopo che l'Alta Corte di Giustizia, accogliendo il ricorso di alcuni cittadini, ha decretato che il Governo britannico non potrà dare avvio alla Brexit senza il parere del Parlamento, ora spetta alla Suprema Corte confermare questa decisione, oppure accogliere l'appello del Governo.
Ricordiamo che Theresa May sostiene di poter procedere in maniera diretta all'avvio dell'articolo 50 in base alla "prerogativa reale", ossia al privilegio, riconosciuto all'esecutivo di una monarchia, di esercitare le azioni di governo direttamente per conto del sovrano.

Un contributo importante al dibattito di oggi è stato dato da Richard Gordon, rappresentante del Governo del Galles. "Noi non intendiamo bloccare o mettere in stallo la Brexit" sostiene Gordon "ma vi sono delle implicazioni istituzionali che vanno molto oltre la Brexit". Secondo Gordon, agire in base alla prerogativa reale non deve significare fare a meno della legge. "La Brexit è stato uno degli eventi che hanno maggiormente diviso il paese negli ultimi decenni", ha sostenuto.

Prima di Gordon aveva parlato Lord Wolffe, legale rappresentante del Governo Scozzese. "La questione è chi ha il poter di modificare la legge", ha affermato. "La prerogativa reale ha dei limiti, perchè è il Parlamento scozzese che decide come modificare le leggi della Scozia. Le convenzioni vogliono che il Parlamento britannico eserciti il suo potere nel rispetto del Parlamento scozzese. E' necessario un voto del Parlamento UK sull'avvio dell'articolo 50".

Intanto, il 7 dicembre il Parlamento ha approvato la richiesta, avanzata dai Laburisti, che i piani per l'uscita dall'UE vengano resi noti prima dell'avvio dell'articolo 50. Il Parlamento ha anche votato per rispettare le tempistiche del Governo sul processo di uscita.

lunedì 5 dicembre 2016

LA BREXIT RITORNA IN TRIBUNALE

Si apre l'ultima fase dello scontro legale per decidere se il Parlamento deve esprimere un voto in merito.

La Brexit arriva in Corte Suprema. Il Parlamento britannico deve esprimere il parere sull'avvio del processo di uscita dall'Unione Europea, oppure il Governo può procedere autonomamente, senza l'autorizzazione parlamentare? Sarà la Suprema Corte Inglese a deciderlo.

File:The Royal Courts of Justice, London (2847063221).jpgDopo il ricorso presentato dalla business woman Gina Miller, che ha portato il dibattito in tribunale, la sentenza dell'Alta Corte, che ha stabilito che la Brexit non può  avere luogo senza una votazione del Parlamento, e l'appello del Governo, che non ha accettato la decisione del primo grado di giudizio, ora si apre l'ultima fare della vicenda giudiziaria.

Le udienze della Suprema Corte, che dovrà prendere la decisione finale, dureranno quattro giorni. Il verdetto verrà reso noto a gennaio.

domenica 4 dicembre 2016

L'EUROPEISTA SARAH OLNEY VINCE LE ELEZIONI SUPPLETTIVE A RICHMOND.

La neo-deputata Liberal-Democratica si dichiara anti-Brexit e a favore di un secondo referendum.

Risultati immagini per sarah olneyDopo le dimissioni di Zac Goldsmith dal Parlamento, avvenute per la sua opposizione all'ampliamento dell'aeroporto di Heathrow, le by-elections nel collegio di Richmond hanno dato la vittoria alla 39enne Sarah Olney.

La LibDem, contabile, sposata e con due figli, ha battuto l'avversario Zac Goldsmith, dei Conservatives, per 1800 voti. Questa vittoria è stata interpretata dalla stampa britannica come una vittoria degli anti-Brexit sui sostenitori del Leave perchè, se Goldsmith era schierato a favore dell'uscita dell'UK dall'Unione Europea, la Olney si dichiara contraria alla Brexit e favorevole ad un secondo referendum. Senza contare che il risultato è stato ottenuto nel collegio di Richmond, storicamente conservatore.

Subito dopo la vittoria, Sarah Olney ha ricevuto le congratulazioni da Guy Verhofstadt, il capo dei futuri negoziati su Brexit all'interno del Parlamento Europeo.




giovedì 1 dicembre 2016

CRESCITA RECORD DELL'IMMIGRAZIONE IN UK DOPO LA BREXIT

Cresciute anche in maniera esponenziale le richieste di cittadinanza britannica da parte di cittadini europei

Risultati immagini per london passport officeLeggiamo su The Guardian che l'immigrazione verso il Regno Unito ha raggiunto un picco di 650mila ingressi nel periodo precedente al referendum su Brexit. Si tratta del picco annuo più elevato di sempre, incrementato da un numero record di immigrati provenienti dai paesi europei, venuti a cercare lavoro in quella definita come la "fabbrica di posti di lavoro d'Europa".

Il livello record ai tempi del voto su Brexit si basa su un flusso migratorio, storicamente molto alto, di 284mila cittadini UE, cifra che peraltro è quasi equivalente a quella dei 289mila immigrati provenienti da paesi non europei. Questo numero di ingressi ha significato un tasso netto annuale di immigrazione vicino alle 335mila unità nei 12 mesi precedenti la fine di giugno. E' più di tre volte il target stabilito dal Governo inglese, che intende ridurre il tasso di immigrazione al di sotto dei 100mila ingressi all'anno. Tuttavia, le cifre dimostrano anche che l'obiettivo di Theresa May di ridurre il numero di studenti provenienti dall'estero sta dando effetti, dal momento che si calcolano 30mila studenti internazionali in meno rispetto allo scorso anno.

I dati ufficiali dicono anche che il numero dei cittadini UE che hanno fatto richiesta per la cittadinanza britannica è passato da più di 23mila a 113mila nei tre mesi successivi al referendum su Brexit. Le sole richieste per la residenza permanente sono cresciute dell'83% nei sei mesi della campagna per il referendum.