giovedì 6 ottobre 2016

"LE AZIENDE DOVRANNO PRESENTARE LE LISTE DEI LAVORATORI STRANIERI"

La proposta del Ministro dell'interno britannico Amber Rudd ha fatto scalpore. E ha fatto infuriare molti.

Amber Rudd 2016.jpgDue giorni fa il quotidiano The Times ha pubblicato una notizia choc: la dichiarazione, da parte del ministro Rudd, che le aziende e le società del Regno Unito verranno invitate, con Brexit, a presentare le liste dei loro lavoratori di nazionalità straniera. L'intento, sempre secondo la Rudd, sarebbe quello di promuovere una politica che favorisca l'impiego dei lavoratori britannici, piuttosto che quelli provenienti dall'estero.

Anacronistica o no, la proposta ha destato molte preoccupazioni, non solo nei numerosissimi cittadini di nazionalità straniera che attualmente lavorano nel Regno Unito con le più svariate mansioni, ma anche molte multinazionali, che, almeno secondo un sondaggio, in una percentuale di circa il 75% avrebbero ammesso di avere pensato di spostarsi fuori dal Regno Unito.
Lo stesso sindaco di Londra Sadiq Khan ha fatto sapere che, a suo parere, questa notizia manda un segnale molto preoccupante a milioni di persone nel mondo, che abitano a Londra e contribuiscono all'economia del Paese.

Ma non è tutto: la Rudd ha anche affermato di volere introdurre un sistema di visti che regoli l'accesso degli studenti che dall'estero vanno a studiare nel Regno Unito, in modo che ad entrare siano soltanto gli studenti migliori.

Queste dichiarazioni vanno di pari passo con quanto sostenuto dal Premier Theresa May poco tempo fa, quando il Primo Ministro ha affermato di volere raggiungere, con la Brexit, il traguardo di un Sistema Sanitario Nazionale completamente "autosufficiente" (in termini di nazionalità dei lavoratori), sostituendo gradualmente i medici provenienti dall'estero con i medici britannici. Tenendo forse in poco conto il fatto che, come hanno osservato in molti, senza i medici provenienti in gran parte dall'Europa e gli infermieri provenienti da tutto il mondo, la Sanità Britannica si troverebbe in uno stato di profonda crisi.

Oggi pare che Amber Rudd abbia già parzialmente ritrattato le sue affermazioni. Il sospetto, in generale, è che tutte queste dichiarazioni siano solo frutto della volontà di accontentare l'elettorato, almeno quella fetta di elettori favorevoli alla Brexit, ma c'è da chiedersi se la divulgazione di queste reali o presunte intenzioni non faccia più male che bene al Regno Unito.