sabato 27 agosto 2016

PEOPLE BANK OF CHINA SVALUTA LO YUAN: È IL MAGGIOR CALO DOPO BREXIT

Cina al lavoro per supportare l'economia domestica: mentre il governo studia sgravi fiscali e nuovi sistemi di finanziamento per le imprese, la Banca centrale deprezza lo yuan dello 0,7% nei confronti del dollaro. Sheng: si dovrebbe allargare il deficit fiscale.

pubblicato da: www.milanofinanza.it

Cina
Cina al lavoro per dare un nuovo impulso alle proprie aziende. Il consiglio di stato di Pechino, ovvero il gabinetto dei ministri, ha infatti varato nuove linee guida per ridurre i costi di finanziamento per le imprese, assicurando che manterrà una liquidità ampia nel sistema bancario e un contesto monetario e finanziario adeguato. Allo studio, in aggiunta, una riduzione del carico fiscale per l'imprenditoria cinese per oltre 500 miliardi di yuan, sgravio che dovrebbe concretizzarsi nell'arco dei prossimi due anni.

A rafforzare le manovre dell'esecutivo anche l'azione della People Bank of China, che stamane ha svalutato la moneta domestica dello 0,7% nei confronti del dollaro statunitense, deprezzamento che si configura come il più consistente dopo il referendum sulla Brexit, quando la valuta di Pechino aveva perso lo 0,9% contro il biglietto verde. Il cross dollaro/yuan è quindi passato da quota 6,6211 a 6,6652, con il cambio che al momento si attesta a 6,6527, in rialzo dello 0,07%. La decisione della PBoC è stata legata principalmente al rafforzamento della divisa americana, apprezzamento influenzato dal crescente clima di incertezza circa le prossime mosse che la Federal Reserve potrebbe mettere in campo sul fronte di politica monetaria.

L'azione dell'Istituto centrale dovrebbe ad ogni modo segnare la fine degli interventi sulla valuta cinese. Secondo Sheng Songcheng, capo del dipartimento di statistica della PBoC intervistato da China Business News, infatti, Pechino manterrà stabile lo yuan nella seconda metà dell'anno in modo da impedire un deprezzamento della moneta su larga scala.

Tutto ciò considerando che l'implementazione di manovre a livello governativo, come gli sgravi fiscali, sarebbe più efficace per il supporto dell'economia domestica rispetto a un ulteriore taglio dei tassi di interesse. Stando alle parole di Sheng, il Paese avrebbe modo di incrementare il suo deficit fiscale fino al raggiungimento di un rapporto sul prodotto interno lordo pari al 5%, valore superiore al target del 3% definito per quest'anno dalle autorità.

Queste dichiarazioni hanno impattato negativamente sull'andamento dei listini azionari cinesi tanto che sia lo Shanghai Composite Index sia lo Shenzhen Composite hanno archiviato la seduta in calo, rispettivamente dello 0,8% a 3.084,81 punti e dell'1,3% a 2.018,66 punti. "Da un lato, gli operatori hanno tentato di digerire gli ultimi commenti provenienti dalla PBoC, dall'altro, restano in attesa del prossimo catalizzatore", ha commentato a proposito Alvin Li, Etf strategist della Csop Asset Management, "soprattutto dopo che, la scorsa settimana, il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ha approvato il lancio dell'attesa connessione tra la Borsa di Shenzhen e quella di Hong Kong".